Per Amore Di Iside by Christian Jacq

autore:Christian Jacq [Jacq, Christian]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2013-02-23T16:00:00+00:00

“La ruota non funziona più,” constatò il contadino. “I pezzi di ferro sono stati danneggiati. Occorre sostituirli, altrimenti non potremo irrigare.”

L’uomo non esagerava. I buoi, abituati a girare azionando la grande ruota di legno cui erano attaccati, sembravano stupiti per l’imprevista sosta. L’ingranaggio della norìa che comandava la catena ininterrotta di secchie che si riempivano piombando nell’acqua e si svuotavano al punto più alto della corsa, aveva cessato di cigolare.”

“Sfruttiamo di più i mazzacavallo,” suggerì Sabni.

Il contadino scosse gravemente la testa. Condusse il superiore sul bordo di un canale di irrigazione dove si vedevano dei pali fissati su forche che potevano oscillare all’indietro. A un’estremità, un recipiente di terracotta per raccogliere l’acqua; dall’altra, il contrappeso necessario per raddrizzare il palo quando il recipiente era pieno.

Forche spaccate, pali spezzati, recipienti in frantumi... i vandali non avevano risparmiato niente.

“Chi è stato?”

“E’ successo di notte. Nessuno ha visto niente.”

Ogni contadino aveva la responsabilità di controllare il proprio mazzacavallo. Invece la ruota di irrigazione era di competenza dello stato. E così Sabni tornò ad assediare l’ufficio di Teodoro. Assente quest’ultimo, lo ricevette il segretario, che raccolse il reclamo e inviò il superiore a un collega del catasto. Per prima cosa, questi verificò l’esistenza del podere, poi pretese una descrizione precisa da parte del proprietario. Poiché la riparazione della ruota non era di sua competenza, presentò Sabni al funzionario responsabile dell’irrigazione, che pose svariate domande tecniche e prese nota delle risposte. La ruota aveva, anch’essa, un’esistenza legale che egli riconobbe senza indugio. La fornitura dei pezzi di ricambio era competenza di un altro servizio, i cui uffici erano situati a nord della città. Il superiore fu ricevuto da un vecchio greco particolarmente pignolo. Al termine di una lunga conversazione, questi chiarì al superiore di interessarsi unicamente ai pezzi in legno. Se gli servivano dei pezzi in ferro, come Sabni aveva precisato, doveva recarsi all’arsenale, e colà rivolgersi a un graduato. Il superiore non si arrese e consumò la pazienza dei soldati che rifiutavano di comprenderlo. Indirizzato infine all’ufficio dell’intendente militare, non ebbe modo di esporre il proprio caso. Qualunque fornitura di metallo, anche se per uso civile, era sospesa fino a nuovo ordine a causa dello stato d’allarme. Irricevibile, la domanda non sarebbe stata neppure registrata.

Issata la vela dell’imbarcazione che l’avrebbe ricondotto al tempio, Sabni era furioso. Dunque il vescovo aveva deciso di distruggere Philae a fuoco lento, privandola dei mezzi di sussistenza concessi dal prefetto. Senza violenza, senza scalpore, aveva inizio una lotta spietata. Qualche mese prima, Sabni avrebbe ceduto alla disperazione, ma l’amore di Iside lo aveva trasformato: ne assaporava la felicità e non voleva perderla.

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